Piazza Alessandro Fumagalli
Piazza Alessandro Fumagalli
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Era la notte tra il 27 e il 28 marzo 1944. Alessandro Fumagalli dormiva con la moglie e la giovane figlia Emilia nella sua casa all’inizio di via Dante, al primo piano, sopra i locali che oggi ospitano la Deustche Bank. Bussarono alla porta, d’improvviso.
Erano i carabinieri di Bernareggio, con un ordine di arresto per Alessandro Fumagalli. Dissero solo che era per “ordine Superiore”, lo portarono in carcere a Milano, poi a Bergamo. Il 4 aprile partì “per destinazione sconosciuta”, in Germania, a lavorare. La moglie e la figlia non ne seppero più nulla. Era stato deportato a Mauthausen, nel sottocampo Gusen. Morì il 30 aprile 1945, a 44 anni, di fame e di stenti. Nessuno seppe mai perché fu deportato, o chi lo denunciò.
L’ipotesi è che sia stato arrestato per rappresaglia in seguito allo sciopero generale del marzo 1944 che si svolse alla Falck, dove Fumagalli lavorava, e in altre grandi fabbriche come Breda, Pirelli, Marelli, Singer. Il Comune di Bellusco ha intitolato alla sua memoria, nell’autunno del 1945, l’antica piazza del Pozzo, che in epoca fascista era stata rinominata Piazza Littorio. Fumagalli è simbolo di tanti civili che morirono in quegli anni. Molte anche le donne che “resistettero”, arruolate nelle fila della Resistenza o semplicemente pronte a dare aiuto a chi ne aveva bisogno. E spesso pagarono con la vita. La sezione Locale dell’Anpi ha voluto intitolarsi proprio alle Donne della Resistenza, per mantenerne viva la memoria. Nel 2020 ha pubblicato una ricerca video, disponibile on line, sulle Donne della Resistenza.