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Monsignor Ambrogio Ravasi: una vita al servizio degli altri

Belluschese, cittadino del mondo, una vita per la vita.

Ha terminato il suo percorso terreno il 30 ottobre. Ma il suo esempio continua a vivere.

L’azzurro cielo cristallino e il sole caldo, nonostante l’autunno inoltrato, salutavano una Bellusco in festa. Era la mattina del 18 ottobre 1981: il giorno dell’ordinazione di mons. Ambrogio Ravasi.

I preparativi fervevano da giorni. Nell’attuale cortile dell’oratorio era stato allestito un palco festosamente ornato di drappi rossi. Le sedie ordinatamente predisposte si rivelarono insufficienti ad accogliere le persone che a centinaia si affollavano per partecipare a questo momento unico. La cerimonia fu commovente e toccò il culmine quando il cardinale Otunga, arcivescovo di Nairobi e primate del Kenya, dopo aver imposto le mani e aver unto padre Ambrogio con il crisma, gli consegnò le insegne episcopali, i simboli del nuovo ministero: l’anello, la mitria e il pastorale.

Ma il ministero di padre Ravasi, il suo mettersi a servizio del prossimo e di donare la vita per gli altri si radica nella solidarietà, respirata fin da bambino in famiglia e nella comunità natale, e nella straordinaria capacità di affidarsi con coraggioso e travolgente entusiasmo alla provvidenza.

In un’intervista registrata nel maggio 2019 più volte mons. Ravasi sottolinea come spesso, nel corso della vita, si sia trovato ad abbandonare i suoi “piani” per affrontare nuove e inaspettate sfide proposte dalla “Provvidenza”.

Nato a Bellusco il 17 febbraio 1929, fin da piccolo aveva coltivato il desiderio di diventare sacerdote, ma l’incontro con i Padri della Consolata a Montevecchia nel 1945 orientò la sua vocazione alla vita missionaria. Dopo aver compiuto gli studi di filosofia a Torino, nel 1957 venne inviato negli Stati Uniti per approfondire gli studi teologici e dopo quattro anni venne ordinato sacerdote. La fervente speranza di partire per una missione in terra africana dovette però attendere più di 10 anni: “La Provvidenza decise diversamente” per usare le parole stesse di mons. Ambrogio. Dopo l’ordinazione sacerdotale, infatti, gli furono affidati numerosi incarichi negli Stati Uniti al fine di reclutare e formare nuove leve di missionari e solo nel 1971 il desiderio di vivere un’esperienza missionaria diretta trovò compimento. Fu inviato in Kenya a dirigere il seminario di Langata presso Nairobi, contemporaneamente divenne vice-superiore dei Missionari della Consolata in Kenya e dal 1981 vescovo di Marsabit. Dopo essersi ritirato nel 2006 è rimasto nella sua nuova patria, tra i suoi fedeli che tanto amava, senza mai dimenticare la sua cara Bellusco e l’amata chiesa parrocchiale dove prima il padre e poi il fratello avevano svolto le funzioni di sagrestano.

Il legame con Bellusco negli anni si è nutrito anche delle numerose iniziative a cui mons. Ravasi ha dato vita collaborando con le associazioni presenti in paese e con i singoli cittadini disposti ad aiutare la realizzazione delle sue lungimiranti imprese.

La sera del 30 ottobre scorso mons. Padre Ambrogio Ravasi ha terminato la sua vita terrena, ma la sua opera, il suo esempio resteranno sempre vivi nei nostri cuori.

In occasione della cerimonia di suffragio che si è svolta in paese, è stato proiettato un estratto delle esequie che si sono svolte nella “sua” Marsabit. Centinaia di persone per le strade, in lacrime, che pronunciavano il suo nome e pregavano per lui. Una grande emozione, il segno che davvero aveva seminato e raccolto.

La comunità è pronta a mantenerne vivo il ricordo, perché anche le generazioni future, anche chi non ha avuto la gioia e il dono di incontrarlo, possano beneficiare dell’esempio di un uomo che ha speso la vita con dedizione e acume a servizio dei più bisognosi.

Testata
Bellusco Informa
Autore
Simona Gaslini
Pagina
12
Pagina ove continua
13
Pubblicato il: Giovedì, 10 Dicembre 2020 - Ultima modifica: Martedì, 15 Dicembre 2020

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