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I negozi di vicinato. Una risorsa di comunità

Se facessimo l'elenco mentale delle abitudini che siamo stati costretti a cambiare in queste ultime settimane, quella della spesa avrebbe un posto d'onore. Andare a fare la spesa, ora ci torna in mente come se appartenesse ad un'altra epoca della Storia, era un'altra cosa: ci si poteva organizzare grosso modo in base ai propri impegni, capitava anche di scegliere un certo orario perché si sapeva di incontrare quel certo gruppo di amici con cui si scambiavano due chiacchiere.

Arrivati al negozio… semplicemente si entrava. Oggi ci sembra incredibile. E chi l'avrebbe detto che nell'organizzarsi su come fare la spesa, su chi è bene che la faccia e chi no, anche l'età avrebbe avuto il suo peso? E cosa avremmo pensato se un anno fa ci avessero detto che la spesa era molto meglio farla da casa, farcela consegnare, indossare mascherine mentre la si riceve, senza riuscire a volte neppure ad accogliere con un sorriso chi ce la lascia sulla porta?

Nelle ultime settimane abbiamo sperimentato tutto questo, ma abbiamo anche scoperto alcune cose, più spesso ne abbiamo avuto conferma. La prima è la generosità dell'intero mondo del commercio del nostro paese, sia nella piccola che nella media distribuzione. Attività che, in capo a pochissimo tempo, hanno dovuto rivedere completamente la loro organizzazione, che son passate dal ricevere liberamente la clientela all'organizzare file e ingressi, allo smistare e-mail e telefonate, che hanno imballato, impacchettato, consegnato di tutto: dai generi di prima necessità ai pranzetti più raffinati, dalle perle ai fiori, di tutto letteralmente. La seconda è che attività commerciali piccole e medie, comunque vicine, a misura d'uomo non significa incapacità di far fronte alle sfide del nostro tempo; insomma non occorre essere giganteschi per rispondere a sfide gigantesche come quella nella quale ci troviamo.

Siamo tutti in attesa che torni la normalità, che le strade possano essere di nuovo un luogo di incontro, che le soglie dei negozi tornino ad essere un posto in cui si intrecciano le nostre storie, oltre che l'ingresso di attività commerciali. Chissà come sarà tornare a guardarsi in viso, senza mascherina.

Nel frattempo, quel sorriso che oggi facciamo fatica forse a trasmettere da sotto la mascherina possiamo custodirlo per restituirlo ai nostri negozianti e commessi quando sarà il momento, quando torneremo a poter uscire per fare le nostre compere, quando finalmente potremo fare, di nuovo in piena libertà, le nostre scelte di acquisto.

Testata
Bellusco Informa
Autore
Monia Colaci
Pagina
25
Pagina ove continua
25
Pubblicato il: Mercoledì, 06 Maggio 2020

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